Dove andare in vacanza: Lecce. Guida ragionata della più bella città del Salento
Benvenuti in un viaggio verso il Salento, una terra di bellezza senza tempo e atmosfera autentica. Dove andare in vacanza propone Lecce e offre ai suoi ospiti e lettori una guida ragionata della più bella città del Salento.
Il Salento è una destinazione da sogno per chi cerca una vacanza all'insegna della bellezza, della cultura e della gastronomia. Con le sue affascinanti cittadine, le spiagge incontaminate e la ricca storia, il Salento offre un'esperienza indimenticabile per i viaggiatori in cerca di autenticità. In questa guida, esploreremo le principali zone di interesse del Salento, svelando i luoghi imperdibili che renderanno la tua vacanza un'esperienza unica.
Lecce: Capitale del Barocco Salentino
Iniziamo il nostro viaggio nel cuore del Salento con Lecce, una città d'arte famosa per il suo straordinario stile barocco. Passeggia per le strette strade acciottolate del centro storico e ammira le meravigliose chiese, come, per esempio, la Basilica di Santa Croce e il Duomo di Lecce. Assapora la vivace atmosfera della piazza principale, Piazza del Duomo, circondata da caffè e ristoranti accoglienti.
Porta Napoli
Iniziamo il nostro tour da Porta Napoli un arco di trionfo che funge da accesso al cuore storico della città di Lecce. Porta Napoli insieme ad altre due porte, Porta San Biagio e Porta Rudiae, segnava l'entrata nel centro storico della città. È posizionata vicino alla piccola piazza denominata piazzetta Arco di Trionfo.
Perchè si chiama Porta Napoli? Perchè fungeva da punto di partenza per la strada consolare diretta a Napoli. Edificata sulle ceneri di Porta San Giusto (altro patrono della città) fu progettata dall'architetto militare Gian Giacomo dell'Acaya e realizzata in onore di Carlo V, che commissionò la fortificazione della città. L'iniziativa di costruire tale porta ricevette ampio sostegno dai leccesi e da Ferrante Loffredo, presidente della Provincia di Terra d’Otranto, volendo commemorare la grandezza e il dominio dell'Impero di Carlo V d'Asburgo. Nell'800 le mura a ridosso di Porta Napoli furono abbattute.
Curiosità: narra la leggenda, diffusa soprattutto tra i laureandi, che il malcapitato che attraversi la porta non raggiungerà mai l'agognata laurea.
L'Obelisco
All'ingresso del cuore storico di Lecce, proprio di fronte a Porta Napoli, si eleva uno dei simboli della città: l'Obelisco. Questa magnifica struttura fu innalzata in celebrazione e omaggio alla visita di Ferdinando I di Borbone, monarca del Regno delle Due Sicilie. Nel lontano 1822, l'abile artista Vito Carluccio diede forma alla pietra leccese, seguendo le dettagliate direttive dell'architetto Luigi Cipolla, per creare questo monumento che oggi attira l'attenzione di migliaia di turisti ogni anno, divenendo il soggetto prediletto per foto ricordo.
L'obelisco non è solo un punto fermo nel paesaggio di Lecce, ma anche un luogo d'incontro vitale per la comunità locale e i visitatori: punto di ritrovo per eventi culturali, serate di socializzazione e varie attività di gruppo tra studenti, lavoratori e amici.
Esaminando più da vicino l'obelisco, si notano diverse sezioni adornate con simboli rappresentativi dei distretti storici della provincia di Terra d'Otranto: la Lupa di Lecce, il Gallo di Gallipoli, il Cervo di Brindisi e lo Scorpione di Taranto, ciascuno narrando una parte della ricca storia locale.
Le incisioni in latino, alla base dell'obelisco, svelano non solo le distanze da Lecce alle città menzionate, ma rendono anche omaggio alla visita di Ferdinando I di Borbone, accolta con entusiasmo dalla gente del luogo.
Curiosità: alcuni esperti sostengono che in origine l'obelisco fosse dipinto di nero, su richiesta della famiglia reale, per conferirgli l'aspetto del basalto o del marmo. Con il trascorrere del tempo, però, gli elementi hanno rivelato la naturale bellezza della pietra leccese, restituendole il suo originale splendore. Un viaggio a Lecce non può dirsi completo senza aver ammirato questo monumento storico, testimone silente di secoli di storia e cultura.
Chiesa di Santa Maria della Porta o di San Luigi Gonzaga
Mentre vi allontanate da Porta Napoli, lasciandola alla vostra sinistra, vi imbatterete in un muro che a prima vista potrebbe sembrare insignificante. Tuttavia, quello che potrebbe sfuggire al vostro sguardo è in realtà un gioiello nascosto del patrimonio storico e culturale di Lecce: la Chiesa di Santa Maria della Porta, conosciuta anche come Chiesa di San Luigi Gonzaga. Questa meravigliosa chiesa rappresenta uno degli accessi più significativi al centro storico di Lecce, nel cuore luminoso del Salento.
La storia di questo luogo di culto inizia come una modesta cappella fuori dalle mura cittadine, dedicata alla Vergine Maria. Nel corso degli anni, precisamente dal 1852 al 1858, l'edificio subì una trasformazione radicale sotto la guida dell'architetto Giuseppe Maiola da Maddaloni, assumendo un'imponente struttura in stile neoclassico. La chiesa, con la sua pianta centrale ottagonale, si distingue per la sua forma compatta e geometrica, nonché per l'impressionante cupola che, nonostante la vicinanza a Porta Napoli, sorgeva originariamente fuori dalle mura cittadine.
Nonostante le sue dimensioni contenute, la Chiesa di Santa Maria della Porta custodisce al suo interno una ricchezza artistica e spirituale notevole. È facile passarle accanto senza notarla, data la sua posizione discreta accanto a uno dei simboli più emblematici di Lecce. Originariamente, questa chiesa era una piccola cappella che proteggeva un'immagine della Vergine ritenuta miracolosa, dedicata all'episodio biblico in cui Maria trova Gesù tra i dottori del tempio.
La decisione di non demolire ma trasformare la cappella in una vera e propria chiesa fu presa dopo il miracolo attribuito alla Vergine nel 1567, quando Laura Macchia fu guarita dalla paralisi. Inaugurata il 16 marzo 1606, la chiesa fu poi completamente rinnovata dall'architetto Maiola, che ne modificò la facciata aggiungendo colonne ioniche e trasformandone la pianta in ottagonale.
All'interno, la chiesa si rivela in tutto il suo splendore neoclassico, con cappelle dedicate a Sant'Oronzo e al Sacro Cuore di Gesù da una parte, e a San Luigi e al Crocifisso dall'altra. La cappella di destra, in particolare, ospita una scultura della Madonna della Porta, incorniciata da una balaustra in marmo. La controfacciata è impreziosita dall'organo e dalla cantoria, che con il suo profilo mistilineo attira l'attenzione dei visitatori.
Invitiamo i viaggiatori a scoprire questo tesoro nascosto, un piccolo ma significativo pezzo della storia religiosa e culturale di Lecce, che si svela proprio accanto alla maestosa Porta Napoli.
Teatro Paisiello
Proseguendo oltre la Chiesa di Santa Maria della Porta, sulla vostra sinistra, vi imbatterete in una tappa imperdibile per gli appassionati di arte e storia: il Teatro Paisiello. Questo edificio, il più antico teatro di Lecce, nasce dalla trasformazione del "Teatro Nuovo", originariamente costruito in legno grazie al finanziamento di due nobili leccesi, Gaetano Mancarella e Francesco Bernardini. Inaugurato il 4 novembre 1768 con l'opera buffa "Le Gelosie" di Niccolò Piccini, il teatro vantava una lunga iscrizione sulla facciata che invitava i passanti a fermarsi, leggere, ammirare e poi proseguire il proprio cammino.
Nel 1867, il "Teatro Nuovo" fu donato al Comune di Lecce, che decise di procedere a una completa ricostruzione seguendo il progetto dell'ingegnere Oronzo Bernardini. Il nuovo teatro fu riedificato in pietra, adottando lo schema del teatro all'italiana, con interni arricchiti da decorazioni raffinate, opera della scuola dei decoratori scenografi dei teatri reali, gli stessi che avevano lavorato al Teatro San Carlo di Napoli.
Dedicato alla memoria del celebre compositore tarantino Giovanni Paisiello (1740-1816), il teatro celebra lo straordinario "effetto Paisiello" del 30 gennaio 1871, serata della rappresentazione del "Ballo in maschera" di Giuseppe Verdi, simbolo artistico dell'Italia unita.
Considerato uno dei teatri più eleganti del sud Italia, il Paisiello ha ospitato nel corso degli anni importanti stagioni liriche e di prosa. É definito "la bomboniera". La sua facciata neoclassica, caratterizzata da un rivestimento murario a bugne lisce e da colonne doriche che sorreggono tre grandi arcate, nasconde un interno intimo e accogliente. Con soli 320 posti, distribuiti tra la platea a forma di staffa di cavallo, tre ordini di palchi e una galleria superiore, l'ambiente è dominato da un soffitto piatto finemente decorato.
Dopo essere stato chiuso per anni per motivi di sicurezza, alla fine del Novecento il teatro è stato oggetto di un profondo restauro che ne ha rinnovato le strutture e l'arredo, consolidandone il ruolo di prezioso scrigno culturale della città. Attualmente, sotto la gestione dell'Ufficio Politiche culturali del Comune di Lecce, il teatro Paisiello accoglie una variegata programmazione che include teatro di prosa contemporanea, musica, danza, oltre a dibattiti, conferenze e letture.
Curiosità: prima della costruzione del teatro, le rappresentazioni drammatiche a Lecce avevano luogo nelle dimore aristocratiche o nelle chiese. Nel 1758, un grande magazzino di armi a munizioni fu trasformato in teatro provvisorio, dimostrando un interesse così marcato per le arti sceniche che perfino la sala maggiore del Castello di Carlo V fu temporaneamente adibita a teatro, finanziata da nobili e cittadini benestanti. Una visita al Teatro Paisiello offre non solo un tuffo nella ricca storia culturale di Lecce ma anche l'opportunità di vivere l'arte in una delle sue espressioni più raffinate e immortali.
Palazzo Palmieri
Proseguendo per via Palmieri ci imbattiamo in Palazzo Palmieri una gemma architettonica che traccia la storia e l'eleganza di Lecce. Questo splendido edificio, testimone del ricco patrimonio culturale della città, risale al Cinquecento ma ha subito significativi rimaneggiamenti nel corso del Settecento, riflettendo lo spirito di rinnovamento che ha attraversato l'intera città in quel periodo.
Palazzo Palmieri si distingue per la sua struttura divisa in due piani: il pianterreno, che conserva l'austerità delle fondamenta originali, e il piano nobile, raggiungibile attraverso un'ampia scalinata. Questo palazzo non è solo un magnifico esempio di architettura, ma è anche un luogo impregnato di storia. Ha avuto l'onore di ospitare figure storiche di spicco come Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat nei primi anni del XIX secolo. Murat, in particolare, lasciò un segno indelebile della sua gratitudine per l'ospitalità ricevuta, incidendo con il diamante dell'anello lo specchio di una mensola all'interno del palazzo.
Il giardino di Palazzo Palmieri custodisce un'importante testimonianza archeologica: una struttura ipogea risalente al IV secolo a.C., epoca in cui la città era abitata dai Messapi. Questo sito, accessibile solo in occasioni speciali come le giornate di "Cortili Aperti" a maggio, attira migliaia di visitatori curiosi di esplorare le radici antiche di Lecce.
La facciata del palazzo, affacciata sulla piazzetta Falconieri, è un esempio sublime di architettura tardo barocca, mentre il lato prospiciente Via Palmieri sfoggia un meraviglioso portale in stile catalano-durazzesco, frutto dei rimaneggiamenti rococò di metà Settecento. La storia di Palazzo Palmieri è intrecciata con quella di illustri famiglie, passando dai Franchini ai Palmieri, e infine ai Guarini, attuali proprietari, arricchendosi di eventi e personalità che hanno segnato il tempo.
Palazzo Palmieri non è solo un edificio, ma un vero e proprio palcoscenico dove si sono susseguite generazioni, culture e storie. La visita a questo luogo offre un'immersione unica nella storia, nell'arte e nella cultura di Lecce, rendendolo un punto imperdibile per chi desidera conoscere il vero spirito del Salento.
Basilica di Santa Croce: Un Capolavoro di Raffinatezza
La Basilica di Santa Croce a Lecce è una testimonianza vivente dell'arte barocca, catturando l'attenzione con una facciata ricca di dettagli emblematici
La facciata, sostenuta da sei colonne lisce che suddividono la struttura, presenta un portale principale eretto nel 1606. Le coppie di colonne corinzie, le insegne di Filippo III di Spagna e gli stemmi dei Celestini narrano storie di potere e appartenenza.
Il secondo ordine è dominato da un imponente rosone di ispirazione romanica, circondato da colonne corinzie e nicchie con le statue di san Benedetto e papa Celestino V. L'autoritratto di Antonio Zimbalo, le statue simboliche di Fede e Fortezza, conferiscono un tocco personale all'insieme.
Il timpano, coronato dal trionfo della Croce, conclude la facciata con maestria, seguendo il programma iconografico benedettino e agostiniano. I telamoni, raffiguranti figure grottesche e animali fantastici, simboleggiano la cattolicità della Chiesa e la potenza redentrice di Cristo su tutta l'umanità.